mercoledì 13 agosto 2014

CHIUSURA PER FERIE DEL BLOG E PAGINA FACEBOOK

Vi annuncio che da domani 14 agosto 2014 fino al 7 settembre 2014 questo blog e la pagina facebook omonime saranno chiusi per ferie.
In realtà le ferie vere e proprie iniziano da 21 agosto fino al 31 agosto quest'anno visiterò per 4 giorni Monza e la Brianza e una settimana in Germania nel lago di Costanza nella regione del Baden Wurttemberg.
Una regione poco conosciuta rispetto la famosa Baviera e la zona di Berlino ma veramente affascinante.
Al mio rientro nella 1° settimana di settembre vedo di organizzare la programmazione del blog e della pagina.
Mentre da domani non sarò molto reperibile visto che mi divido tra la mia famiglia e quella del mio compagno.
Vi auguro per chi andrà o forse lo sta facendo BUONE VACANZE a tutti!
Un abbraccio enorme

Laura - Testimoni d'Arte

21° tappa: Cavallino di Urbino

Questa è l’ultima tappa prima delle vacanze estive targate 2014 tra Monza e Lago di Costanza.
Castelcavallino è una frazione del comune di Urbino da molti della zona è chiamato semplicemente Cavallino. Si trova nella provincia di Pesaro – Urbino nelle Marche.
Quando l’ho visitata esclusivamente per conoscere la mia provincia dove abitavo fino qualche mese fa era nel periodo estivo.
Come sapete non amo la classico fine settimana al mare ma preferisco conoscere e vivere diversamente. Sono scelte di vita,c’è chi ama stare al sole in spiaggia,che ci preferisce andare a pescare o fare escursioni in montagna, e c’è chi come me sente il bisogno di conoscere e visitare luoghi vicini e lontani turistici e meno turistici. Vivo in un bellissimo Paese chiamato Italia e spesso tanti turisti stranieri vorrebbero essere al mio posto perché non ne posso approfittare?

Questo vuole essere anche un viaggio virtuale per voi stranieri che leggete il mio blog,so che siete in tanti e apprezzo molto quello che fate. Grazie mille!!!!
La frazione è situata a nord-ovest di Urbino, a circa 7 km dal centro storico del capoluogo e a circa metà strada tra le frazioni di Gadana e Schieti. Si trova sulla cima di un colle da cui si vede la sottostante vallata del fiume Foglia e tutte le colline circostanti. Il nucleo centrale dell'abitato è costituito da un antico borgo fortificato, eretto in quel luogo per la felice posizione strategica.
MUNUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE:
Pieve di San Cassiano
Antica pieve romanica a poca distanza dalla frazione. La chiesa è a pianta basilicale a tre navate, divise da due file di colonne cilindriche, in pietra tufacea, alternate a dei pilastri; presenta delle tracce di affreschi, in particolare nella zona absidale. La torre campanaria ha una struttura molto massiccia, perché fu eretta per scopi militari come fortificazione e punto per la vedetta, grazie alla favorevole posizione geografica, da cui si poteva vedere la sottostante valle del Foglia e la via che saliva verso Urbino.
In epoca romana si è ipotizzato che vi esistesse un tempio dedicato alla Dea Pallade, in passato fu rinvenuto un basamento di una statua la cui iscrizione si riferiva a tale Dea.
Le prime notizie che si hanno in merito a questa pieve risalgono al 1290. Il territorio che amministrava era molto vasto, in quanto si estendeva fino alla valle del Foglia, inglobando anche dei territori che attualmente sono sotto il comune di Montecalvo. Qui Giovanni Pascoli (nella pagina facebook trovate l’album fotografico della casa del poeta a San Mauro Pascoli e potete vedere alcune foto di lui al collegio di Urbino) scrisse la poesia l'Aquilone. È stata restaurata nel 1983 e attualmente la pieve è visitabile mentre la struttura, annessa alla canonica, è stata trasformata in una casa-vacanze per ritiri spirituali religiosi.

Prima di pubblicarvi le foto di quel che ho visto,vorrei pubblicarvi la poesia che scrisse il poeta Giovanni Pascoli (uno dei poeti più importanti della letteratura moderna).

L’Acquilone
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d’antico:io vivo altrove,e sento
che sono intorno nate le viole.
Son nate nella selva del convento
dei cappuccini,tra le morte foglie
che al ceppo delle querce agita il vento.
Si respira una dolce aria che scioglie
Le dure zolle,e visita le chiese
Di campagna,ch’erbose hanno le soglie:
un’aria d’altro luogo e d’altro mese
e d’altra vita: un’aria celestina
che regga molte bianche ali sospese…
si,gli aquiloni! E’ questa una mattina
che non c’è scuola. Siamo usciti a schiera
tra le siepi di rovo e d’albaspina.
Le siepi erano brulle,irte;ma c’era
d’autunno ancora qualche mazzo rosso
di bacche,e qualche fior di primavera
bianco; e sui rami nudi il pettirosso
saltava,e la lucertola il capino
mostrava tra le foglie aspre del fosso.
Or siamo fermi: abbiamo in faccia Urbino
Ventoso: ognuno manda da una balza
la sua cometa per il ciel turchino.
Ed ecco ondeggia,pencola,urta,sbalza,
risale,prende il vento; ecco pian piano
tra un lungo dei fanciulli urlo s’inalza.
S’inalza; e ruba il filo dalla mano,
come un fiore che fugga su lo stelo
esile,e vada a rifiorir lontano.
S’inalza; e i piedi trepidi e l’anelo
petto del bimbo e l’avida pupilla
e il viso e il cuore,porta tutto in cielo.
Più su,più su: già come un punto brilla
lassù lassù…Ma ecco una ventata
Di sbieco,ecco uno strillo alto… - Chi strilla?
Sono le voci della camerata
Mia: le conosco tutte all’improvviso,
una dolce, una acuta,una velata…
A uno a uno tutti vi ravviso,
o miei compagni! e te,si,che abbandoni
su l’omero il pallor muto del viso.
Si: dissi sopra te l’orazione,
e piansi: eppur,felice che al vento
non vedesti cader che gli aquiloni!
Tu eri tutto bianco,io mi rammento.
solo avevi del rosso nei ginocchi,
per quel nostro pregar sul pavimento.
Oh! te felice che chiudesti gli occhi
persuaso,stringendoti sul cuore
il più caro dei tuoi cari balocchi!
Oh! dolcemente,se ben io,si muore
la sua stringendo fanciullezza al petto,
come i candidi suoi pètali un fiore
ancora in boccia! O morto giovinetto,
anch’io presto verrò sotto le zolle
là dove dormi placido e soletto…
Meglio venirci ansante,roseo,molle
di sudor,come dopo una giocanda
corsa di gara per salire un colle!
Meglio venirci con la testa bionda,
che poi che fredda giacque sul guanciale,
ti pettinò co’ bei capelli a onda
tua madre…adagio,per non farti male.

SPIEGAZIONE
L’aquilone di Giovanni Pascoli racconta un episodio controverso dell’infanzia del poeta, in cui la gioia e la felicità di un ricordo del passato si uniscono all’amarezza per la morte di un compagno del collegio. In ventuno terzine in versi endecasillabi, Pascoli ribadisce un concetto che è diventato il cardine degli studi sulla memoria: il ricordo è un elemento bifronte, che può riaccendere sentimenti di pura e incontaminata nostalgia, ma anche intensi momenti di dolore. Come il X Agosto, in cui Pascoli rievoca la morte del padre da cui era rimasto profondamente scosso, anche L’aquilone è una “poesia della memoria”, in cui si parla di una morte prematura, tanto violenta quanto inaspettata.La giornata particolare ha ricordato al poeta il suo passato. Con la mente è andato altrove e intorno gli sembra che siano nate le viole nel bosco del convento dei cappuccini tra le foglie morte cadute dalle querce. 
L'aria mite ha sciolto la terra ghiacciata e ha lambito anche le chiese di campagna; è l'aria, per il poeta, di un luogo lontano e di un tempo diverso - l'aria che usava per far volare gli aquiloni. 
Pascoli rievoca una mattina senza scuola. Con i compagni esce nel cortile, tra le siepi irte, con qualche bacca rossa autunnale e qualche fiore primaverile bianco. Sugli alberi zampettava un pettirosso e da un fossato si vedeva uscire una lucertola.
Davanti al poeta e ai suoi amici, era Urbino: nel vento tutti facevano volare nel cielo azzurro il loro aquilone. Gli aquiloni volavano nel vento, mentre i ragazzi gridavano, prendendo il filo dalla mano di chi li faceva volare. Con l'aquilone anche i ragazzi si sentivano come volare. Ma ogni tanto il vento faceva andare di sbieco l'aquilone: ciò faceva gridare i ragazzi. 
Quelle voci ricordate fanno rimembrare al poeta i suoi compagni, soprattutto quello morente per cui ha pianto e pregato. Quel compagno è stato più fortunato perché il suo più grande dolore è stato vedere cadere gli aquiloni. 
Pascoli, infatti, crede che morire giovani è più dolce che da adulti, perché almeno vicino alla madre.

spiazzale davanti la pieve



cartello illustrativo

io qualche anno fa davanti la pieve...anche con qualche chilo in più ma voglio testimoniarvi che ci sono stata.

iscrizione sul muro

parte posteriore la pieve dove si può ammirare il campanile

lato interno 1

facciata posteriore

stradina nel lato posteriore la Pieve

Vi auguro un felice Ferragosto a tutti voi e che Dio vi accompagni nel vostro cammino…
Laura – Testimoni d’Arte

20° tappa: Carpegna (PU) - conosciamo la provincia

Buongiorno,
vi avevo accennato nella pagina di Testimoni d’Arte su facebook che avrei aggiornato il blog con due nuove tappe nella mia bella provincia Carpegna e Cavallino di Urbino.
Intanto mi limito a descrivervi la prima poi se riesco entro domani l’altra tappa altrimenti rimandiamo tutto a settembre.
Carpegna,la visito spesso poiché i miei hanno un piccolo appartamento.

E’ un comune italiano di 1682 abitanti nelle Marche in provincia di Pesaro – Urbino. Il territorio del comune è interessato dal Parco Naturale Regionale del Sasso Simone e Simoncello di cui è la sede capoluogo. Una fitta rete di sentieri ben segnalati permette delle escursioni sempre interessanti.
Il paese si stende in longitudine lungo le pendici meridionali dell'omonimo monte, a 748 m s.l.m., ed è una "stazione climatica". Accoglie numerosi turisti in estate nella maggioranza anziani e famiglie con bambini grazie al suo clima particolarmente mite e asciutto. In inverno è possibile praticare a livello locale lo sci e lo snowboard nelle rinnovate pista da sci del Monte Carpegna.
Il territorio comunale include anche ben due exclave, una identificabile nella località Palazzaccio, compresa tra i comuni di Borgo Pace (PU) e Sestino (AR) e l'altra, identificabile nella località Torre Fossati, compresa tra i comuni di Belforte all'Isauro (PU),Mercatello sul Metauro (PU), Sant'Angelo in Vado (PU) e Sestino (AR).
STORIA DELLA CITTA’:
Nel 962 un conte Ulderico di Carpegna, suo presunto discendente, riceve dall'imperatore Ottone I la conferma sulle terre di dominio e di altri feudi in Montefeltro e Romagna che ne legittima il titolo di feudo imperiale (documento poi rivelatosi falso).
Le giurisdizioni dei conti di Carpegna, situate tra il Montefeltro, la Massa Trabaria e l'alta Valtiberina, a cavallo della dorsale appenninica tra Umbria, Toscana, Marche e Romagna, arrivarono nel Medioevo a comprendere alcune decine di castelli. In età moderna erano costituite da otto castelli, di cui quattro erano compresi nella contea di Carpegna e altri quattro nel principato di Scavolino. Si trattava di Feudi Imperiali, territori praticamente indipendenti, autonomi dagli stati confinanti (lo Stato Pontificio, il Ducato di Urbino - a vantaggio del quale erano andati diversi castelli prima dipendenti dai Carpegna e in cui i suoi Signori, i Montefeltro, rivendicheranno sempre anche il feudo di Carpegna come proprio - e il Granducato di Toscana).
 Questi feudi imperiali di Carpegna rimasero in vita fino al 1819, quando furono devoluti al Papa.
Nel 1463 alla morte del conte Francesco, gli eredi si dividono i possessi della contea, originando le due linee dei conti di Carpegna di Castellaccia e di Carpegna di Scavolino Gattara. Nel 1670 il cardinale Gaspare, divenuto molto influente nella corte romana, riesce a vedersi riconoscere per la contea a vita notevole autonomia. Erige come sua sede oltre il palazzo a Roma, una imponente residenza nel paese. La contea ha così un mulino per la produzione di polvere da sparo che le incrementa notevoli entrate, riceve il privilegio papale di commerciare il sale acquistato a Rimini allo stesso prezzo di ogni altro stato sovrano, incrementando così il commercio del sale e di altre mercanzie tra la costa del riminese e la Toscana. I conti si accordano con la vicina Repubblica di San Marino che, a grazie ai loro privilegi presso la corte papale, riesce a mantenere una propria effettiva indipendenza anche se mai rivendicata espressamente.
Il nipote Francesco X Maria è tuttavia, privo di discendenza maschile e nomina suo erede il nipote Antonio, nato dal matrimonio della figlia Maria Laura con il marchese Mario Gabrielli. Ma l'imperatore Francesco I di Lorena, indispettito in qualità di granduca di Toscana, vuole far rispettare l'accordo del 1490 con Firenze, ove si sanciva il trasferimento della sovranità sulla contea alla Repubblica fiorentina in caso di estinzione maschile della famiglia. Così il 10 giugno 1749 108 soldati toscani invadono Carpegna. Ma presto la Francia prende le parti della Chiesa che protesta contro l'aggressione verso i territori da lei rivendicati a cui si affiancano anche il regno di Sardegna e la Spagna per sostenere l'autonomia del feudo. L'imperatore, trovatosi diplomaticamente isolato, dopo qualche anno di incertezze, ritira le sue truppe nel 1754 e il conte Antonio di Carpegna Gabrielli diviene l'effettivo possessore della contea fino all'espropriazione napoleonica del 1807.
Temporaneamente riacquistata nel 1814, la contea è definitivamente ceduta alla Chiesa dopo notevoli pressioni e minacce da parte della corte pontificia.

Il mistero delle campane di San Nicolò


Carpegna ebbe un suo momento di celebrità nel 1970 per il misterioso fenomeno delle campane della chiesa di San Nicolò (XVII secolo) che inspiegabilmente suonavano pur rimanendo immobili. Lo strano fenomeno, che attirò curiosi e studiosi, cessò nel 1971 e non si ripeté più. Il suono delle campane è rimasto piuttosto oscuro nel suo svolgersi poiché ogni testimone riferiva il fenomeno in maniera differente, impedendo di chiarire lo svolgimento dei fatti. La Chiesa ha rifiutato fin dall'inizio il riconoscimento di "miracolo" nel fenomeno, visto che non ha prodotto guarigioni inspiegabili o episodi simili. La scienza, d'altra parte, non ha fornito alcuna spiegazione plausibile, né che si trattasse di uno scherzo, né che fosse un fenomeno acustico altrimenti spiegabile, visto che la possibile polarizzazione del suono è una scoperta recentissima.
MONUMENTI E LUOGHI D’INTERESSE:

Palazzo dei Principi

(la foto che ho realizzato non mostra il palazzo in tutta la sua bellezza ma si limita a mostrare un personaggio pubblico Chef Rubio invitato alla festa che si tiene ogni anno nel mese di luglio dedicato al prodotto enogastronomico per eccellenza,il prosciutto di Carpegna)


Al centro del paese si erge imponente il Palazzo dei Principi di Carpegna Falconieri, progettato dall'architetto romano Giovanni Antonio De' Rossi per il cardinale Gaspare di Carpegna. Il palazzo, iniziato nel 1675 e terminato dopo oltre venti anni, è ispirato alle ville fortificate di matrice fiorentina e alle grandi residenze signorili della Campagna romana. È tuttora abitato dai discendenti della millenaria famiglia ed è rimasto pressoché intatto dopo oltre 300 anni, un incendio e qualche forte scossa di terremoto (1781).
Costituito di quattro livelli, al piano terra si trovano le stalle, le scuderie e le cucine, opera di alta ingegneria per il mantenimento e la cottura dei cibi. Salendo l'ampia scalinata si accede all'atrio con gli ingressi principali e la piccola ma suggestiva Cappella di Famiglia. Salendo ancora si accede al "cuore" del Palazzo, il piano Nobile, in cui troviamo la Sala del Trono, la sala verde e la sala gialla - così chiamate per via del colore degli ornamenti che le addobbano - e la preziosa biblioteca, contenente tra i tanti volumi anche manoscritti medievali di inestimabile valore. Al quarto e ultimo piano troviamo infine le camere, nonché la dimora attuale dei discendenti.In questa sede e presso la Rocca di Sassocorvaro, durante la seconda guerra mondiale, l'allora Soprintendente alle Gallerie e alle Opere d'Arte delle Marche Pasquale Rotondi, trasportò e custodi al riparo dai bombardamenti degli alleati e dalle razzie dell'esercito tedesco in ritirata oltre 10.000 opere d'arte. A ricordo della rischiosa operazione di salvataggio (che per poco non si risolse in un disastro, perché il comando militare tedesco s'installò nel Palazzo), è stato istituito il "Premio Pasquale Rotondi", attribuito ogni anno a chi, anche a livello internazionale, si sia distinto per "esemplari azioni di salvataggio del patrimonio artistico".Il Palazzo dei Principi è aperto al pubblico, esclusivamente su prenotazione, dall'estate del 2010 e la sua apertura ha avuto un notevole successo in termini di visitatori, anche e soprattutto per le numerose opere e i tanti arredi originali ancora presenti (purtroppo mi posso solo descrivere quello trovato sul web perché non ho trovato ancora occasione per visitarlo,ma quando lo farò coglierò l’occasione se concesso per fare qualche foto e ve le pubblicherò).

Pieve di San Giovanni Battista

A poco più di due chilometri dal centro del paese e al confine con il comune di Frontino troviamo la Pieve Romanica di San Giovanni Battista.

Risalente al XII secolo, la chiesa conserva dello stile romanico la forma anche se le ristrutturazioni eseguite nel corso dei secoli hanno modificato profondamente l'aspetto originario. Ricordo che quando ero bambina spesso quando passavo qualche giorno a Carpegna ci venivo a messa.

Tradizioni e folclore

Detti popolari

Un curioso detto popolare recita: "Carpegna antico / Vivrai cent'anni / Non avrai un amico". È spesso citato dagli stessi abitanti di Carpegna a mo' di scherzosa autocritica riguardo ai loro rapporti interpersonali.
Di fatti posso confermarvi che la gente è gentile ma ha dei modi distaccati forse li rende timidi verso i forestieri ma non penso che sia una critica ma un dato di fatto. A mio avviso per quello che sono amo un certo distacco visto le brutte esperienze di gente appiccicosa che davanti si mostrava amica e dietro sparlava preferisco gente distaccata ma sincera.

Cucina

La località è famosa anche per il suo tipico Prosciutto di Carpegna  DOP, uno dei cinque prosciutti a denominazione di origine protetta d'Italia. La posizione di confine tra Emilia-Romagna, Umbria e Toscana ha fatto sì che le tradizioni gastronomiche nel tempo si mescolassero, creando piccole varianti dei piatti tipici di questa zona.
Le foto che vi mostro sono solo 2 per me significative e poco artistiche.
non si vede bene ma quello è il palazzo del Principe,quello attorniato da gente vestito di rosso al centro molto piccolo è il personaggio  pubblico invitato alla festa del Prosciutto nel luglio scorso

le ginestre del mese di maggio su un colle
Vi aspetto numerosi alla prossima tappa!!

Laura – Testimoni d’Arte

martedì 12 agosto 2014

6° tappa Trentino Alto Adige:Brennero e shopping centre

Buongiorno a tutti cari amici lettori di questo blog.
La mia garanzia di raccontarvi la mia ultima tappa delle mie vacanze targate 2010 è il Brennero,un comune della provincia autonoma di Bolzano al confine con l’Austria.
Di fatti il passo del Brennero dall’omonima località è uno dei collegamenti autostradali più importanti e comprende anche la Val di Fleres.
Nel 2007 sul confine è stato costruito un centro commerciale (Designer Outlet Brennero – DOB http://www.dob-brennero.com/it) per rilanciare il paese,dopo che le frontiere aperte ha risentito la crisi economica. Alcune proposte politiche sono quelle di ottenere al Brennero una zona franca.
LA STORIA DELLA CITTA’
E’ strettamente legata con l’omonimo passo di valico.
Il popolo dei Breuni abitò l'alta Valle d'Isarco e la regione del Brennero su entrambi i lati del valico, la cui regione in epoca romana veniva chiamata "Vallis Vipitina". Nel II secolo i romani vi avevano costruito una strada militare come risulta dal ritrovamento di pietre miliari. Nel III secolo il ramo della Via Claudia Augusta attraverso il Brennero diventò la più importante via di comunicazione tra l'Italia e la regione danubiana, ma con Diocleziano e le invasioni barbariche, in primis i Baiuvari, il suo ruolo mutò profondamente. Nel 565 lo scrittore Venanzio Fortunato cita una cappella dedicata a San Valentino; questa ebbe originariamente una struttura romanica, modificata nel periodo medioevale in gotica e successivamente ritoccata in barocca. L'importanza strategica e di comunicazione del luogo è sottolineata dal transito, tra il 960 ed il 1530, di 66 Sovrani germanici del Sacro Romano Impero che si recarono a Roma dal Papa; tra questi, nel 1154, Federico I Barbarossa. Nel 1000 circa si forma un centro abitato definitivo che, nel 1221, è denominato "Oberes Mittewald" mentre, dal 1288 venne utilizzato "Prenner" poi modificato nel tempo nell'attuale "Brenner". Il luogo fu di vitale importanza nel medioevo ai tempi delle Crociate e dell'allora fiorente commercio, pertanto nel 1314 fu costruita una nuova strada, la Kuntersweg, dal impresario bolzanino Heinrich Kunter.
Nel 1414 i Conti di Tirolo vi stabilirono una dogana per il controllo delle merci nei secoli successivi, specialmente nel XIV e XV secolo, assunse un ruolo decisivo per il transito dei traffici sulla direttrice Oriente - Venezia - Europa settentrionale. Vi fu poi un declino causato dallo spostamento del commercio continentale. I due nuclei storici abitati del paese erano la chiesa di "San Valentino", l'"Hotel Post" e poche altre case sul lato sud, l'"Hotel Kerschbaumer", "Griesberg" e "Venn" sul lato nord del valico, oggi in territorio austriaco. Sotto l'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, nel 1740 circa, la vecchia strada fu completamente ristrutturata ed il nuovo tracciato assunse quello attuale;Goethe, l'8 settembre 1786, in uno dei suoi viaggi in Italia passò dal Brennero sostando all'Hotel Post. Brennero riguadagnò importanza con la costruzione della ferrovia del Brennero tra Innsbruck e Bolzano i cui lavori iniziarono il 23 febbraio 1864 a Bergisel (Innsbruck); lavori che al Brennero modificarono l'assetto del paese, alcune case furono abbattute per creare un piazzale, lungo 600 metri, necessario per la stazione e per le altre infrastrutture ferroviarie. Il primo treno, diretto a Bolzano, partì dalla stazione di Brennero il 25 luglio 1867 alle ore 8.05, nonostante che l'inaugurazione fosse stata per il giorno 24 agosto. La ferrovia portò benefici al paese poiché con il treno arrivarono anche i viaggiatori ed il turismo, specialmente quello di un certo livello come era per quei tempi.
Alle Terme di Brennero fu costruito un "Grand Hotel", con annessa fermata ferroviaria, ed altre strutture alberghiere furono costruite a Colle Isarco, ma tutto questo ebbe termine con lo scoppio della Prima guerra mondiale. Il Patto di Londra, stipulato il 26 aprile 1915, assegnò all'Italia il territorio del "Tirolo meridionale", da Trento fino al Brennero; al termine del conflitto, il 10 novembre 1918, le prime truppe italiane arrivarono al Brennero. Il Trattato di Saint-Germain-en-Laye, siglato il 10 settembre 1919, stabilì il nuovo confine di stato al Brennero ed il Re Vittorio Emanuele III, il 12 ottobre 1921, inaugurò il nuovo cippo confinario.
In seguito il paese di Brennero segnò il confine tra due stati ma anche tra due gruppi linguistici, quello italiano e quello tedesco così deciso durante il ventennio fascista. Presso la stazione ferroviaria del Brennero si sono incontrati il 18 marzo del 1940 i due dittatori, quello italiano, Benito Mussolini e quello tedesco, Adolf Hitler, dove posero le basi per le "opzioni in Alto Adige".
Nonostante l'alleanza con il popolo germanico, Mussolini decise la costruzione del Vallo Alpino per proteggere il Regno d'Italia dall'alleato. Ai lati del paese, immersi nei boschi, si trovano ancora oggi alcuni bunker italiani risalenti alla Seconda guerra mondiale, che vanno a costituire lo Sbarramento Brennero, all'interno del Vallo Alpino in Alto Adige. Anche sulle cime circostanti si sono edificate diverse casermette dove la Guardia alla Frontiera vigilava il nemico/amico dall'alto.
Durante la guerra molti furono i treni che passavano per Brennero, ma questi erano per lo più treni che deportavano il popolo ebreo nei campi di concentramento.
Verso la fine della guerra vi furono molti bombardamenti da parte degli americani, soprattutto per quanto riguarda la stazione del paese. Ancora oggi si trova una targa commemorativa che ricorda l'incursione aerea del 21 marzo 1945 che uccise dodici civili ed un ufficiale di polizia italiana.
Evento importante che non deve essere dimenticato è l’eccidio di Malga Sasso nei dintorni del Brennero,il 9 settembre 1966 dei terroristi separatisti sudtirolesi del Befreiungsausschuss Südtirol fecero saltare in aria una casermetta della Guardia di Finanza. Nell'esplosione, avvenuta alle 11:30 circa, rimasero uccisi i tre finanzieri Franco Petrucci, Herbert Volgger e Martino Cossu. Il tribunale di Milano ha riconosciuto anche un ruolo fondamentale di Georg Klotz (padre della parlamentare rappresentante del Sudtirol Eva Kloz), il quale morì qualche mese prima della sentenza.
MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE DELLA CITTA’

Parrocchiale di San Valentino

La Parrocchiale di San Valentino è stata (fino al 1963) la vecchia chiesa parrocchiale, e sorge inoltre sopra un luogo, dove già nel 565 sorgeva un santuario dedicato a San Valentino. Delle costruzioni successive si sono conservati il campanile (risalente al XIV secolo), il coro poligonale e il portale in pietra (del XV secolo). Dopo un incendio avvenuto nel 1787 la chiesa è stata nuovamente ristrutturata e impreziosita con gli affreschi di Franz Unterberger.

Parrocchiale di santa Maria della Strada

La nuova chiesa parrocchiale al Brennero è stata eretta tra il 1958 e il 1962, su progetto dell'architetto Luis Plattner che ha posto la chiesa su pali di cemento armato conficcati nel terreno. La pala dell'altare in bronzo smaltato rappresenta Santa Maria della Strada a cui la chiesa è dedicata. Il coperchio della fonte battesimale e le stazioni della via crucis in terracotta sono dell'artista bolzanino, mentre le vetrate sono state realizzate da Hans Prünster.

Cappella del Lupo

Nella conca valliva del Brennero l'antico Zöhrenhof era stato trasformato nella rinomata locanda "Al lupo del Brennero" (Brennerwolf) che al tempo dei carrettieri era aperta tutto l'anno. Al posto della semplice e piccola cappella per preghiere, nel 1755 per adempiere ad un voto, eresse una nuova chiesetta: la cappella "Lupo" al Brennero (in tedesco Wolfenkapelle am Brenner). Un'immagine votiva del 1757, entrando a sinistra, risale ancora a lui. All'interno si può ammirare un grande crocifisso sanguinante.
Negli anni 1968 -1969 la costruzione dell'autostrada ha reso necessario lo spostamento di locanda e cappella nel loro sito attuale.

Cappella di Terme di Brennero

La cappella alla "Madonna dell'aiuto" o Maria Ausiliatrice nel linguaggio ecclesiastico (in tedesco Maria-Hilf) venne eretta negli anni 1882-1886 in stile neoromanico grazie soprattutto alle offerte degli ospiti dei bagni termali.
I progetti sono dell'architetto diocesano Josef Vonstadl.
La piccola chiesetta è stata salvata dall'Ufficio dei Beni Culturali di Bolzano.

Sacrario militare

Presso la frazione di Colle Isarco, si trova il Sacrario di Colle Isarco, ad opera dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, ed è stato realizzato nel 1937; ospita le salme di 97 caduti italiani.

Non vorrei essere banale e per certi versi blasfema su quello che vorrei dire.
Non mi sono mai interessata di dirvi sulla questione Sud Tirol perché prima di tutto abito in un’altra parte dell’Italia e se dovessi aprire il calderone di questa diversità poi dovrei aprire quello di mezza Europa.
A me interessa solo parlare di arte e di storia di un Paese,città e luogo che visito poi le questioni politiche,governative sono altro.
Noi fummo da secoli
Calpesti, derisi,
Perchè non siam popolo,
Perchè siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme;
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Qualcosa avrà fondo. Non credete???
Detto questo,l’Alto Adige è un bellissimo territorio montano dove si possono ammirare splendidi paesaggi,chiese che si assomigliano un po’ tutte ma è un luogo unico come sono unici gli abitanti.
Vi pubblico come al solito qualche foto prima di salutarvi.
foto cascata 1

foto cascata 2

chiesa

Questa era l'ufficio dell'ex dogana Austriaca,ricordo quando ero bambina con i miei andavamo in Austria e spesso sia all'andata o al ritorno ci fermavano per vedere i documenti

chiesa parrocchiale

il passo autostradale visto dalla strada vecchia del Brennero

visto dal basso il passo del Brennero

campanile 1

campanile 2
Mi auguro che questo viaggio vi sia piaciuto e vi aspetto in una nuova tappa.
A presto…see you soon

Laura – Testimoni d’Arte